Insegnare italiano agli immigrati

Insegnare italiano agli immigrati: dagli Sprar ai Siproimi

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Insegnare italiano a immigrati

Insegnante italiano agli immigrati è una delle opportunità lavorative a cui si può accedere con le certificazioni Cedils, Ditals e Dils-pg. Essere in possesso della Certificazione in didattica dell’italiano a stranieri è una corsia preferenziale per chi vuole lavorare come insegnante d’italiano L2.

Nel 2002 vengono istituiti gli SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati).

Gli Sprar sono istituti di seconda accoglienza attivati dalla rete degli enti locali in collaborazione con le realtà del terzo settore. Avevano accesso al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo (a differenza dei sistemi di prima accoglienza come Cas e Cara che sono a gestione privata.

Fino ad oggi gli Sprar hanno ospitato 23mila rifugiati e richiedenti asilo in 400 comuni. Gli Sprar hanno funzionato bene grazie ai numeri contenuti di profughi e modelli di integrazione ben organizzati

Un modello di integrazione ben avviato che ha dato la possibilità a moltissimi rifugiati di imparare l’italiano, svolgere attività utili alla comunità, oltre a frequentare tirocini e stage per l’inserimento lavorativo. Riconosciuti come esempio positivo in tutta Europa, gli Sprar sono stati spesso al centro del racconto giornalistico per le loro storie d’integrazione.

Nel 2018 nascono i SIPROIMI (Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati) che vanno a sostituire gli Sprar.

L’accesso al Sistema oggi è riservato ai titolari di protezione internazionale e a tutti i minori stranieri non accompagnati. Inoltre, la nuova disposizione normativa prevede che possano accedere ai servizi di accoglienza integrata del SIPROIMI anche i titolari di permesso di soggiorno per: vittime di violenza o tratta, vittime di violenza domestica, motivi di salute, vittime di sfruttamento lavorativo, calamità, atti di particolare valore civile.

ll Sistema di protezione SIPROIMI è costituito dalla rete degli enti locali che per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata accedono al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. A livello territoriale gli enti locali, con il prezioso supporto delle associazioni del terzo settore, garantiscono interventi di accoglienza integrata che non riguardano solamente la fornitura di vitto e alloggio, ma prevedono anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico.

Sono previste attività per facilitare l’apprendimento dell’italiano e l’istruzione degli adulti, l’iscrizione a scuola dei minori in età dell’obbligo scolastico, nonché ulteriori interventi di informazione legale sulla procedura per il riconoscimento della protezione internazionale e sui diritti e doveri dei beneficiari in relazione al loro status. Sono sviluppati, in particolare, anche percorsi formativi e di riqualificazione professionale per promuovere l’inserimento lavorativo, così come sono approntate misure per l’accesso alla casa.

Gli enti locali che fanno parte della rete SIPROIMI sono distribuiti su tutto il territorio nazionale e garantiscono interventi di accoglienza integrata. L’ammissione ai centri di accoglienza del Sistema, fino a esaurimento dei posti complessivamente disponibili, è disposta dal Servizio centrale su segnalazione dei singoli progetti territoriali o di enti terzi (prefetture, questure, associazioni).

Qui un elenco non esaustivo di progetti Siproimi presenti in Italia:

  • Progetto ACIREALE e CATANIA (Sicilia)
  • Progetto ANDRANO (Puglia)
  • Progetto ATENA LUCANA, PADULA, POLLA, SASSANO (Puglia)
  • Progetto BARLETTA, BISCEGLIE, MOLFETTA, TRANI (Puglia)
  • Progetto BOLOGNA (Emilia-Romagna)
  • Progetto BRESCIA, CALVISANO, CELLATICA, COLLEBEATO, PASSIRANO (Lombardia)
  • Progetto CAMINI, FERRUZZANO, SANT’ILARI dello IONIO (Calabria)
  • Progetto CAMPO CALABRO, LAGANADI, MELICUCCA’, SANT’ALESSIO, SAN ROBERTO (Calabria)
  • Progetto CASTELPAGANO, CIRCELLO, COLLE SANNITA, FRAGNETO, MONFORTE, SANTA CROCE del SANNIO (Campania)
  • Progetto CECCANO (Lazio)
  • Progetto CERCHIARA di CALABRIA, CIVITA (Calabria)
  • Progetto CERZETO (Calabria)
  • Progetto CHIANCHE (Campania)
  • Progetto CORI (Lazio)
  • Progetto FINALE LIGURE (Liguria)
  • Progetto GALLICANO e FABBRICHE DI VERGEMOLI (Toscana)
  • Progetto JESI (Marche)
  • Progetto LATINA (Lazio)
  • Progetto MATERA (Basilicata)
  • Progetto MANTOVA (Lombardia)
  • Progetto MONTEBELLO JONICO (Calabria)
  • Progetto MONTERODUNI (Molise)
  • Progetto NAPOLI, PROCIDA (Campania)
  • Progetto NUORO (Sardegna)
  • Progetto ORSARA (Puglia)
  • Progetto PAESANA (Piemonte)
  • Progetto PALAGIANO (Puglia)
  • Progetto PARMA (Emilia-Romagna)
  • Progetto PARTINICO (Sicilia)
  • Progetto PORTO TORRES (Sardegna)
  • Progetto REGALBUTO (Sicilia)
  • Progetto REGGIO EMILIA, GUASTALLA, UNIONE TRESINARO SECCHIA (Emilia-Romagna)
  • Progetto ROCCABASCERANA (Campania)
  • Progetto SAN PIETRO APOSTOLO (Calabria)
  • Progetto SANT’ANDREA DI CONZA (Campania)
  • Progetto SENISE (Basilicata)
  • Progetto TARANTO (Puglia)
  • Progetto TIGGIANO (Puglia)
  • Progetto TORRECUSO (Campania)
  • Progetto TORRIONI (Campania)
  • Progetto UGGIANO LA CHIESA (Puglia)
  • Progetto VACCARIZZO ALBANESE (Calabria)
  • Progetto VENAFRO (Molise)
  • Progetto VIZZINI, RADDUSA, GRAMMICHELE, SAN CONO (Sicilia)

 

  • Comune CESENA (Emilia-Romagna)
  • Comune NONANTOLA (Emilia-Romagna)
  • Comune PARMA (Emilia-Romagna)
  • Comune RAVENNA (Emilia-Romagna)
  • Comune REGGIO EMILIA (Emilia-Romagna)
  • Comune SCANDIANO (Emilia-Romagna)
  • Comune TRAPANI, VALDERICE (Sicilia)

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